Ecco perché vale la pena impegnarsi nel sottoporre al cliente una proposta semplice ed invitante.
Cerchiamo quindi di vedere insieme quali sono gli elementi fondamentali per un menu vincente: in questa breve dispensa parleremo di regolette utili alla maggior parte dei locali italiani, ristoranti o trattorie con piatti semplici ma di qualità.
Poche pagine e portate scelte.
La prima regola impone che il menu non sia un manuale da cucina, ma una visione fresca e limpida dei piatti proposti.
Possiamo pensare di presentare un menu di circa due pagine. La carta delle acque e dei vini serviamola a parte. Quanti devono essere i piatti? Non troppi. I clienti non vengono al ristorante per farsi venire il mal di testa! Proponiamo pietanze differenti tra loro e di qualità. Se siamo un ristorante specializzato in carne o in pesce, proponiamo circa 6 / 8 pietanze di quel tipo, altrimenti 3 / 4 per tipo. Dividiamo sempre il menù in sezioni: un cliente spende al massimo due o tre minuti a consultare un menù, poi perde la concentrazione. L’attenzione va attirata dove serve.
Ricorda: la confusione crea “non scelte”, che a loro volta portano ad insoddisfazione.
La grafica e i colori.
Il menu è come un biglietto di presentazione. Da questo non si scappa.
Un menu curato inviterà i clienti a sfogliarlo e a rivolgergli l’attenzione che merita.
Evitate quindi di fare errori di battitura e, nel caso, MAI correggerli a penna.
Evitate i formati word, stile compito in classe. Non siate aridi e noiosi, il menu è il veicolo principale, oltre ai camerieri, dei nostri piatti.
Se non vi volete affidare a dei designer grafici, ricordatevi che è importante che tra i piatti ci siano degli spazi. Questo li renderà più evidenti e non li appesantirà.
Se poi deciderete di utilizzare i colori, non fatelo a caso. Ogni colore comunica qualcosa di diverso: il verde suggerisce la genuinità degli alimenti, il rosso “invita all’azione”, l’arancione è il colore dell’appetito, il giallo richiama all’attenzione.
Il triangolo d’oro e il piatto esca.
Recenti studi hanno dimostrato che molti di noi quando osservano un menu tendono a guardare prima il centro, poi in alto a destra e, infine, in alto a sinistra. Questo percorso è definito “triangolo d’oro” ed è proprio qui che dovremmo inserire i piatti che ci portano più profitto.
Un trucchetto che porta risultati? Il piatto esca: quella pietanza più costosa posta in cima alla lista. Le proposte che lo seguiranno sembreranno un affare e incentiveranno i clienti attenti al prezzo a proseguire nella lettura.
Descrizione dei piatti e prezzi. La forma dei menu è importante tanto quanto la loro sostanza. Descrivere i piatti è una buona tecnica per coinvolgere i clienti e farli pregustare le varie pietanze. In poche righe cercate di esaltare i tratti caratteristici, per esempio un ingrediente in particolare, dei metodi di cottura tradizionali, e così via.
Adottate uno stile chiaro, semplice ed efficace e cercate di dare un nome al piatto: i più famosi chef sono sempre ricordati per i nomi altisonanti delle loro creazioni (pensate al “Raviolo aperto” del maestro Gualtiero Marchesi, a “Oops mi è caduta la crostatina” di Massimo Bottura, alla “Pizza al Contrario” di Rosanna Marziale, al “Negativo di Carbonara” di Antonello Colonna e così via..)
Inserite il prezzo alla fine, dello stesso carattere della descrizione, privo di valuta e meno marcato. Sottolineate l’eventuale presenza di prodotti DOP, BIO, e via dicendo. La trasparenza e la qualità certificata sono oggi più che mai fattori determinanti.
Dal menu in carta rigida al menu digitale.
Non dimenticatevi, ma a questo punto forse è inutile dirlo, che il menu non è una lista della spesa. Non presentate quindi un menu in plastica, stropicciato, sgualcito o sporco. Scegliete materiali come la carta rigida o l’eco pelle.
Potete anche pensare di introdurre il menu digitale, una soluzione pratica e veloce, almeno per i più giovani.
Considerate il menu come uno strumento utile e necessario per guidare il cliente e per guadagnare. Non sottovalutatelo mai
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