Aparlarne sono in pochi, ma mentre da noi – giustamente – ci si preoccupa della
recessione che nei prossimi mesi si mangerà forse centinaia di miglia di posti di lavoro (a partire dai
bar e ristoranti, che non riapriranno dopo la batosta della
chiusura per Natale se non si sarà un
massiccio piano di sostegno, più forte di quanto previsto anche dal decreto ristori quater) ai piani alti delle banche d’affari e delle società finanziarie internazionali si immagina invece un
2021 in positivo. C’è addirittura chi profetizza “una corposa ripresa economica” sicuramente nella seconda metà del prossimo anno.
A sostenere quella che apparentemente sembra una contraddizione inspiegabile c’è l’impennata record degli indici azionari di tutte le Borse che a novembre hanno segnato livelli storici dopo gli annunci dei progressi sui vaccini anti Covid-19 e per l’elezione di Biden. E questo nonostante che in tutto il mondo si registra una caduta verticale del Pil, ad accezione della Cina dove sta risalendo, tanto che Xi si è spinto a dire – come aveva fatto Di Maio in maniera cialtronesca (!) – che la povertà è sconfitta. E ad arrestare quella ripresina che si era registrata nel terzo trimestre un po’ in tutto il mondo, c’è stata la seconda ondata della pandemia che ha bruciato molte aspettative e creato un clima di paura che ha ulteriormente depresso acquisti e investimenti.
La normalità è lontana, ma vaccini e Biden creano ottimismo
Il ragionamento “in positivo” sui mercati parte dal fatto che nonostante la “normalità” sia ancora lontana (non prima del secondo semestre del 2021, se non addirittura dopo un anno), i grandi investitori, dai quali dipende alla fine anche il futuro dei nostri risparmi, prevedono che presto o tardi l’economia si rimetterà in marcia grazie ai vaccini e una nuova guida negli Usa.
Dopo tante restrizioni e calo dei consumi, ci sarà sicuramente un boom a livello industriale per quei settori industriali più penalizzati dalla pandemia, pensiamo alle auto, e per i servizi, a partire dai viaggi e il turismo. Da qui le molte operazioni, anche sotterranee, di riorganizzazione di grandi catene alberghiere o, addirittura, l’apertura di nuovi alberghi, pur in assenza di clienti…
La distrazione italiana su turismo e alberghi
Uno scenario che richiederebbe fa l’altro proprio in Italia un maggiore interesse ed una tutela da parte dello Stato che, invece, sembra quasi “distratto”, a partire dal ministro del Turismo che al momento sembra preoccupato solo dei musei e forse dei teatri. E non a caso dopo alcune cadute delle quotazioni, anche alcuni titoli alberghieri sono in ripresa, anche se – per restare alla sola Italia – per fine anno il comparto prevede una perdita secca di almeno 14 miliardi di euro. Importo che sale a 47 miliardi se aggiungiamo il crollo del fatturato del mondo della ristorazione.
Dopo Amazon, torna l’economia vera Se durante i vari lockdown le azioni più ricercate erano quelle delle società che avevano tratto profitto dal fatto che la gente restava chiusa in casa (si pensi ad Amazon che ha visto volare il fatturato tanto da assumere in poco tempo mezzo milione di persone in più), ora gli investitori si sono buttati su altre società, cercando in particolare quelle “deprezzate” ma che beneficeranno del ritorno alla normalità. In Europa il settore «viaggi e turismo» a novembre ha guadagnato in Borsa oltre il 19%, il rialzo mensile più importante dalla fine del secolo scorso.
E lo stesso si può dire per il comparto petrolifero che, dopo la crisi per il fermo della circolazione e dei viaggi (che nel primo lockdown aveva portato in Italia ad una riduzione del 33% circa del prezzo della benzina), è salito del 34% (record). Ma anche i titoli della salute e dell’alimentare sono in costante crescita.
L’economia crolla con i picchi della pandemia e poi risale quando il virus incide meno
Se facciamo un passo indietro, va ricordato come consumi e andamenti della produzione industriale e del mercato del lavoro hanno finora seguito la curva della pandemia. Durante il primo lock down in Italia c’era stato un crollo di oltre il 17% della produzione industriale e del 90% del lavoro di bar e ristoranti. Con l’estate i contagi erano segni sensibilmente e l’industria (grazie anche all’utilizzo della cassa integrazione) era cresciuta quasi del 30%, mentre il mondo dell’accoglienza era arrivato a lavorare per il 50-60%.
Con la seconda fase della pandemia siamo tornati in zona rossa e le nuove chiusure hanno portato a un ulteriore crollo del lavoro dei ristoranti che va dall’85% al 90%. Un dato destinato a peggiorare visto che da qui a gennaio non è previsto alcun allentamento.
Col Covid sotto controllo l’economia riprende
Ma se davvero il Covid-19 più controllato, o controllabile, è inevitabile che consumi e produzione riprendano alla grande con effetti indotti in tutto il mondo.
Certo con i dati italiani a oggi le previsioni a breve non sono certo incoraggianti, ma al di là dei macro effetti indotti dai mercati finanziari nell’arco di un anno (a partire dalla ripresa del turismo, sia pure solo a livello medio alto all’inizio), qualche spinta potrebbe derivare da due piccoli meccanismi “nazionali” su cui molti economisti stanno puntando l’attenzione:
- il cashback, il rimborso fino a 150 euro a dicembre per chi fa almeno 10 spese con carte e app in negozi fisici (e quindi anche nei ristoranti che sono aperti nelle zone gialle o fanno delivery e asporto in quelle rosso o arancio). Questo potrebbe essere il vero “bonus” natalizio del Governo con effetti poi per tutto il 2021, con non pochi benefici anche a livello di riduzione dell’evasione fiscale;
- la presenza di molta liquidità (almeno 170 miliardi in più) sui conti correnti degli italiani. Nelle banche italiane ci sono ormai oltre 1.700 miliardi di depositi dei privati. Parliamo di risparmi per mancati acquisti e consumi causa virus, che a breve potrebbero però essere rimessi sul mercato. E c’è da aspettarsi che un po’ più di benessere, e quindi viaggi e cene, siano fra i primi obiettivi.
A questo punto verrebbe quasi da dire: ancora non si sa quando arriveranno, ma i vaccini anti-Covid-19 sono già stati testati sulle Borse e sui mercati. E per qualcuno stanno già compiendo un miracolo. Se poi questo darà nuova linfa a complottisti o negazionisti, pazienza. L’importante è che qualcuno cominci a pensare, anche se francamente per noi serve tanta prudenza, che in fondo al tunnel c’è la luce.