Per molti, potrebbe essere considerato un “contentino”. Ma comunque, meglio di niente. Per tamponare i danni delle nuovemisure, il Governo ha, infatti, previsto un pacchetto di ristori per le attività di ristorazione (dimenticandosi però degli alberghi!): un contributo a fondo perduto per un massimo di 455 milioni nel 2020 e di 190 milioni per il 2021 per i soggetti che, alla data di entrata in vigore del provvedimento emanato dall’esecutivo, hanno la partita Iva attiva e dichiarano «di svolgere come attività prevalente una di quelle riferite ai codici ateco» indicati nell’allegato al decreto legge. Il contributo, chiarisce l’articolo 2 del Dl, non spetta ai soggetti che hanno attivato la partita Iva a partire dal 1° dicembre 2020. Escluse dai ristori le attività con fatturati superiori a 5 milioni.
Il contributo non potrà superare i 150mila euro
L’ammontare del contributo non potrà superare i 150mila euro
In sostanza chi potrà accedere a questo nuovo contributo? Il contributo spetterà esclusivamente ai soggetti che hanno già beneficiato del contributo a fondo perduto di cui all’articolo 25 del Dl 34 del 2020 (il decreto “Rilancio”), che non abbiano restituito il ristoro stesso ed è corrisposto dall’Agenziadelleentrate tramite accreditamento diretto sul contocorrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo.
La somma che sarà corrisposta è la stessa già assicurata in precedenza, il cui valore, come si ricorderà, era determinato sulla base del calo di fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 rispetto al mese di aprile 2019. L’ammontare del contributo non potrà superare i 150mila euro.
Alberghi dimenticati ancora una volta
«Anche questa volta le impresericettive sono state dimenticate: i ristori immediati sono destinati solo a bar e ristoranti, ignorando del tutto alberghi e altre imprese del comparto, che riceveranno un fanno enorme dal lockdown di Natale – afferma Vittorio Messina, presidente di AssoturismoConfesercenti – È assolutamente necessario estendere anche a queste imprese il diritto a ricevere un sostegno immediato. Il turismo sta vivendo il periodo più difficile di sempre: le attività sono al limite, dopo un lockdown ‘di fatto’ che dura da febbraio. E la normalizzazione, nonostante i progressi sul fronte vaccino, è ancora molto lontana. Non si può e non si deve continuare a ignorare il problema: servono risorse e strumenti per superare una fase drammatica e gettare le basi della ripartenza del turismo».
La rabbia dei catering: escluse le attività con fatturati superiori a 5 milioni
«Stando a quanto dichiarato dal presidente del Consiglio in riferimento all’ultimo Decreto Natale, i ristori previsti per le imprese della ristorazione relativi al mese di dicembre fanno riferimento ai criteri usati nello scorso decreto Rilancio, e quindi non prenderebbero in considerazione le attività con fatturatisuperiori ai 5 milioni di euro. Vorrebbe dire escludere la gran parte di chi opera nel nostro settore. Non posso che definirla la beffa finale per il mondo del catering! – commenta PaoloCapurro, presidente di Anbc, Associazione nazionale banqueting e catering – Proprio pochi giorni fa abbiamo dichiarato quanto per noi il mese di dicembre sia fondamentale, contribuendo al 18% del totale annuo del fatturato, parliamo di 450 milioni su 2,5 miliardi, e in tutta risposta cosa accade? Veniamo praticamente esclusi dal provvedimento».
Per questo l’associazione chiede al Governo di correggere immediatamente il tiro per non uccidere un settore praticamente in ginocchio: «Quale sarebbe la nostra colpa? Avere fatturati mediamente più alti, pagare più tasse, creare più indotto e dare maggiore occupazione? Chiediamo a gran voce al Governo di ripensare al provvedimento e correggere il tiro così come fatto giustamente con il decreto Ristori – conclude Capurro – Non può essere il fatturato la discriminante per rientrare o meno nelle categorie che ricevono gli indennizzi dedicati, non è giusto! Così si decreta la fine del nostro settore e si preannuncia un futuro incerto per i lavoratori!».
A tutela degli onesti, continuano controlli e sanzioni
Per contenere il danno delle partite Iva disoneste, riguardo le sanzioni e i controlli, resta fermo quanto stabilito dal decreto Rilancio e il contributo viene riconosciuto nell’ambito del Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato (il cosiddetto Temporary Framework) a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19 previsto dalla Commissione Europea. Per sostenere la misura, il decreto stabilisce che il ministero dell’Economia può ricorrere ad anticipazioni di tesoreria.
Le categorie che potranno accedere ai ristori con i rispettivi codici:
561011 – Ristorazione con somministrazione
561012 – Attività di ristorazione connesse alle aziende agricole
561020 – Ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto
561030 – Gelaterie e pasticcerie|
561041 – Gelaterie e pasticcerie ambulanti
561042 – Ristorazione ambulante
561050 – Ristorazione su treni e navi
562100 – Catering per eventi, banqueting
562910 – Mense
562920 – Catering continuativo su base contrattuale|
563000 – Bar e altri esercizi simili senza cucina
«Anche questa volta le imprese ricettive sono state dimenticate: i ristori immediati sono destinati solo a bar e ristoranti, ignorando del tutto alberghi e altre imprese del comparto, che riceveranno un fanno enorme dal lockdown di Natale – afferma Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – È assolutamente necessario estendere anche a queste imprese il diritto a ricevere un sostegno immediato. Il turismo sta vivendo il periodo più difficile di sempre: le attività sono al limite, dopo un lockdown ‘di fatto’ che dura da febbraio. E la normalizzazione, nonostante i progressi sul fronte vaccino, è ancora molto lontana. Non si può e non si deve continuare a ignorare il problema: servono risorse e strumenti per superare una fase drammatica e gettare le basi della ripartenza del turismo».
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