Oggi, infatti, gli italiani puntano sulle versioni surgelate, sempre pronte e senza spreco.
“È stato il bisogno di gratificazione a trascinare le vendite dei surgelati nella seconda fase della pandemia – conferma Nicola de Carne, retailer client business partner di Nielsen – e se nel primo lockdown i frozen food sono stati preferiti in un’ottica di stoccaggio e di alternativa economica al prodotto fresco, con il passare dei mesi sono diventati i sostituti dei consumi fuoricasa”.
Questa nuova tendenza ha decisamente fatto bene al mercato, che dopo anni di stagnazione a visto le vendite nel retail a novembre 2020 segnare un +11,6 percento a valore e un +8,4 percento a volume, superando i 3 miliardi di euro e delle 554mila tonnellate (fonte Nielsen, totale Italia, tutti i canali).
D’interesse anche il fatto che questa crescita ha interessato tutte le categorie merceologiche (eccetto il pane), andando da quelle più importanti (come vegetali e ittico che da soli coprono oltre il 50 percento del venduto e il 65 percento dei volumi) fino ai segmenti minori (come la pasticceria) e più innovativi (come il gluten free). Ecco che la spesa degli italiani ha visto aggiungersi prodotti quali hamburger (+22,3 percento in quantità), dolci da colazione (+25,7 percento), pasta e basi per pizza (+32,2 percento), pizzette (+17,5 percento), verdure pastellate (+16,4 percento), focacce (+19,2 percento), secondi piatti pronti (+16,9 percento) e primi piatti senza glutine (+70,9 percento). Non deve quindi stupire se nel 2020 si sarà registrato un nuovo record dei consumi pro capite, migliorando i 14,1 kg annui raggiunti nel 2019 secondo l’Iias (Istituto italiano alimenti surgelati).
E la riscoperta dei surgelati è confermata anche da un’indagine condotta da Bonduelle, da cui emerge che a novembre 2020 la quota di italiani che ha dichiarato di aver acquistato più surgelati è stata del 66 percento, contro il 41 percento durante il lockdown di primavera.
Un fenomeno, quindi, assolutamente non passeggero, ma dettato da nuove e consolidate esigenze di consumo, dato che l’intento degli italiani è proprio quello di continuare a mettere i frozen food nel carrello della spesa anche in futuro, come conferma l’EY Future Consumer Index, secondo cui il 70 percento degli abitanti della penisola proseguirà a utilizzare i surgelati in cucina e un 13 percento ne acquisterà addirittura di più.
Questi dati devono far riflettere tutti i produttori di alimenti surgelati, che per incrementare i profitti devono necessariamente guardare con occhi nuovi il canale retail, che sarà costretto a rivedere offerta e spazzi dei banchi freezer, fino al 2019 ostacolata dall’avanzata delle private label, che hanno raggiunto una quota di quasi il 30 percento), sottraendo quindi opportunità ai brand industriali.
Il ritorno di interesse per i surgelati potrebbe invece modificare a breve le dinamiche del comparto, e i brand non devono farsi trovare impreparati ma cogliere le nuove opportunità che gli verranno offerte.
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